DIGITAL
1998 - 2018
Codice binario, codice html, codice Java...
I lettering dell'ultima opera a tratti richiama il carattere delle macchine da scrivere meccaniche, ma appartiene all'epoca in cui la scrittura si allontana dalla carta. La rivoluzione 2.0 è il tema più piatto dal punto di vista visivo se non cromatico, come a rappresentare un'involuzione antropologica, o come minimo uno scolorimento esistenziale.
La vita bassa per dirla con Arbasino. L'elemento umano non compare.
Quello che vediamo è il dietro le quinte, l'interno del nuovo mondo artificiale: il linguaggio di programmazione che regge il Web, i circuiti dentro la scatola di plastica...
"HO LA SIM DUNQUE SONO". Essere o non essere digitali? La fisicità di uno strumento come l'affettatrice si copre di simboli dell'immateriale.
La carne e la disincarnazione, la realtà materiale e la realtà virtuale. La macchina digitale, messa a nudo, non ha nemmeno la nobiltà estetica del robot androide espressionista di Metropolis, il fascino della "finta Maria" nel bordello di Yoshiwara.
Matrix è un'altra pellicola. "Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore".
Se è ovunque non è da nessuna parte. Almeno visivamente. Anche il colore diventa olografico.
Tecnica:
alluminio metallizzato, inserti in foglia d’argento 999, colori trasparenti per vetrata, metal flakes olografici.
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